"Si è detto che l'arte è figlia del suo
tempo.
Un'arte simile può solo riprodurre ciò che
è già nettamente nell'aria. L'arte che
non
ha avvenire, che è solo figlia del suo
tempo ma non diventerà mai
madre del
futuro, è un'arte sterile. Ha vita breve e
muore moralmente
nell'attimo in cui
cambia l'atmosfera che l'ha prodotta.
Anche l'altra
arte, suscettibile di nuovi
sviluppi, è radicata nella propria epoca,
ma
non si limita ad esserne un'eco e un
riflesso; possiede invece una
stimolante
forza profetica, capace di esercitare una
influenza
ampia e profonda.
La vita spirituale, di cui l'arte è una
componente
fondamentale, è un
movimento ascendente e progressivo,
tanto complesso
quanto chiaro e preciso.
E' il movimento della conoscenza. Può
assumere
varie forme, ma conserva
sempre lo stesso significato interiore,
lo stesso
fine. Non sappiamo perché
sentiamo il dovere di andare avanti col
"sudore
della fronte", tra sofferenze,
malvagità e crisi. Raggiunta una
meta,
eliminati molti sassi pericolosi dalla
strada, una mano invisibile e
crudele
getta su questa strada nuovi blocchi,
rendendola
irriconoscibile.
Allora però arriva un uomo, che ci
assomiglia, ma ha in
sé una misteriosa
forza "visionaria".
Egli vede e fa vedere. A volte
vorrebbe
liberarsi di questa superiore capacità che
per lui costiuisce
spesso una pesante
croce. Ma non può. Fra scherno e odio
trascina in alto
il pesante carro
dell'umanità, che oppone resistenza e
si blocca fra i
sassi.
Poiché da tempo non c'è più traccia
sulla terra del suo io
corporeo, si è
cercato ostinatamente di rappresentarlo
in scala
monumentale con sculture di
marmo, ferro, bronzo o pietra. Come
se fosse
il corpo a contare in questi
divini servitori dell'umanità, in
questi
martiri che disprezzarono la fisicità
e servirono solo lo
spirito!"
[Wassily Kandinsky -
"Lo spirituale nell'arte"]